Questo non è un giorno come un altro. E’ uno di quelli che nel bene o nel male ricorderò per il resto della vita: è il giorno del mio matrimonio.
Oggi mi sposo e sono qui, in piedi davanti all’altare, vestito di tutto punto... per la verità mi sento un pinguino. Ma non importa, non è così che mi vedono gli invitati seduti tra i banchi di questa chiesa; non è così che mi vedono i miei genitori; non è così che mi vedrà Claudia. La domanda perciò è… “si è quello che si appare?”
Giro lo sguardo di qua e di là, vedo le facce di tutta questa gente e provo a immaginare quello che pensano. Non sembrano felici per me. I volti dei miei genitori sono tirati e nonostante mia madre provi a sorridermi, la discussione di ieri sera ha lasciato il segno. Per mio padre è diverso, con lui le discussioni ci sono sempre state, per lui quello di adesso è un altro colpo di testa di cui pagherò le conseguenze in futuro. Va bene, ma che ne sa lui in fondo? Che ne sa del motivo per cui lo faccio? Cioè, lo sa eccome, o forse crede di saperlo, così come i miei amici.
Sandro, Davide e Marco... ci sono anche loro. Ci conosciamo dalle elementari, stessa scuola privata e privilegiata, così come tutto in seguito, per noi, figli fortunati a cui non è mai mancato nulla, tranne una mamma sorridente all’uscita della scuola. Ma per il resto abbiamo sempre avuto tutto, il meglio, e il futuro assicurato. Sandro mi fa l’occhiolino, cerca di tirarmi su, forse mi crede al patibolo, con il sacerdote al posto del boia. In questi ultimi tempi, ossia da quando ho deciso di sposare Claudia, si sono coalizzati contro di me, per il mio bene. Hanno cercato in tutti i modi, come i miei genitori, a dissuadermi da sposarla. Anche per loro sto facendo un grande errore, sto per dare l’addio a quello che sarebbe potuta essere la mia vita. Ma che ne sanno loro?
Ricordo ancora le parole di Davide quando, quella sera a casa sua, ho annunciato che mi sarei sposato.